Creme Solari – Guida alla scelta

Alcuni consigli pratici per scegliere la crema solare più idonea alla nostra pelle e più sicura per la nostra salute e l’ambiente.

Il sole, dopo questo inverno particolarmente lungo è arrivato, e come tutti gli anni osserviamo un po’ disorientati il grande assortimento di creme solari in bella mostra nei supermercati e piccoli negozietti.

Come orientarsi tra le tante proposte che ci vengono offerte?

Il primo passo è sicuramente sapere cos’è un’emulsione, cosa si cela sotto i nomi (strani a prima vista) che troviamo scritti sotto la «Composizione Inci», cosa significa «SPF» eccetera, insomma capirci qualche cosa di più rispetto alle promesse della pubblicità o della fiducia che riponiamo su chi ci propone il prodotto. Conoscere meglio cosa si è acquistato, e se questo solare è adatto a noi e se corrisponde alle nostre aspettative di funzionalità, etica e via dicendo. Proviamo dunque a fare un po’ di chiarezza tra i diversi gruppi di ingredienti che troviamo in una crema solare per sapere quali prodotti evitare e quali invece ricercare.

Filtri solari

Sostanzialmente possiamo dividere gli ingredienti delle creme solari in alcuni gruppi di molecole funzionali, i più importanti dei quali sono i filtri solari, quelle sostanze che «catturano» i raggi solari e quindi impediscono che arrivino sulla pelle causando dei danni. Ce ne sono di almeno tre tipologie diverse:

>> Filtri UV-B

Sono filtri capaci di bloccare i raggi solari di tipo ultravioletto B. Questo tipo di raggio è quello che scotta la pelle e può causare vere e proprie ustioni. La quantità di filtro UV-B determina il valore di SPF. Il meccanismo d’azione è relativamente semplice: la luce solare arriva sul nostro corpo ma qui trova delle sostanze (i filtri appunto) che imprigionano la luce trasformandola in calore ed è questa la particolare sensazione che si ha ogni qual volta ci si espone ai raggi solari con una buona protezione. Così imprigionati, i raggi non raggiungono la pelle, né gli stati superficiali né quelli profondi, e dunque non ci si abbronza, ma neppure ci si scotta.

>> Filtri UV-A

Sono molto meno conosciuti ma importantissimi. Infatti questi filtri bloccano i raggi ultravioletti di tipo A che sono più piccoli dei B e quindi penetrano in profondità nell’epidermide, non scottano ma possono causare guai ben peggiori (mai sentito dire che l’esposizione al sole provoca tumori della pelle?). Vi propongo qui la definizione che ne dà il Colipa (l’associazione dei fabbricanti europei di cosmetici): L’UV-A è in grado di penetrare nel derma, dove agisce causando il rilascio di radicali liberi, in particolare dell’ossigeno singoletto, i quali poi a loro volta danneggiano il Dna nucleare e mitocondriale, le membrane, gli enzimi e le fibre proteiche strutturali delle cellule cutanee, portando a fotoelastosi e anche a possibili trasformazioni cancerose.

L’UV-A è inoltre il principale co-responsabile dei fenomeni di fotosensibilizzazione e fototosicità. Purtroppo il livello di protezione anti UV-A non viene dichiarato sempre da parte dei produttori. Se lo è, la sua qualità è espressa con i termini protezione «bassa», «media», «alta», «molto alta» oppure con degli asterischi (da uno a quattro). Fortunatamente questo vuoto legislativo verrà colmato entro l’anno prossimo e dunque sarà più chiaro per tutti conoscere il livello di protezione di ciascun prodotto.

>> Filtri fisici

Moltissime creme solari contengono filtri fisici, cioè sostanze, di solito minerali, che riflettono la luce e dunque le impediscono di bruciare la pelle. Queste molecole non sono di origine petrolifera, non danno effetti secondari, non scaldano la pelle e sono indispensabili per ottenere i valori di protezione maggiori.

>> Principi attivi

Si tratta di svariate sostanze che servono a conferire alla crema caratteristiche particolari. I derivati vegetali possono conferire idratazione (Aloe vera o barbadensis), le vitamine sono dei potenti antiossidanti (la E in particolare), le proteine servono per rendere meno aggressiva la preparazione. La quantità e la variabilità di tali principi attivi è molto elevata e dunque non resta che affrontare questo tema di volta in volta.

>> Emulsione

Principi attivi, conservanti, filtri solari fisici e chimici si trovano dispersi in una emulsione, cioè in una miscela composta da una frazione oleosa e una acquosa, insomma una crema. Sostanzialmente possiamo trovare due tipi di crema:

* Emulsioni Olio in Acqua (O/A)
Si tratta di emulsioni «normali» in cui la fase esterna è appunto l’acqua. Pregi: si stendono facilmente, sono gradevoli al tatto, leggere. Difetti: proprio per la loro natura si sciolgono velocemente in acqua e quindi se ho un’abbondante sudorazione oppure se faccio un bagno la protezione se ne sarà andata assieme alla crema e non mi resta altro che rispalmarmi nuovamente.

* Emulsioni Acqua in Olio (A/O)
Sono generalmente più pesanti, ed hanno più difficoltà a stendersi sulla pelle, sono più «grasse», però hanno il vantaggio di essere «water resistant», cioè non si sciolgono in acqua garantendo così la protezione anche in caso di bagni frequenti o di abbondante sudorazione.

Oggigiorno ci sono anche sul mercato delle forme intermedie tra queste due tipologie di composizione, in particolare delle creme O/A che garantiscono comunque una buona resistenza all’acqua.

La fase grassa delle creme è dunque composta da diversi elementi tra cui i principali sono gli emulsionanti, che tengono in equilibrio la parte grassa con l’acqua, gli emollienti, cioè gli oli cosmetici che conferiscono le caratteristiche di spalmabilità, di sensazione (skin feel) e di assorbimento. Poi c’è la parte acquosa dell’emulsione che contiene, oltre naturalmente all’acqua stessa, anche tutte le sostanze solubili in essa.
Detto questo possiamo affrontare ora lo specifico di alcune dichiarazioni che si riscontrano frequentemente nella famiglia di prodotti in oggetto.

Il fattore di protezione

SPF. Sta per Sun Protection Factor, cioè «fattore di protezione solare».

Per spiegarlo c’è un solo modo e cioè fare un esempio pratico. Prendo le mie due mani, su una non metto nulla e sull’altra invece ci spalmo la crema. Poi metto le due mani esposte al sole. Dopo qualche tempo la mano senza protezione diventerà rossa come un peperone, ovviamente la ritiro dall’esposizione solare mentre lascio l’altra ad abbronzarsi. Ebbene, dopo un altro lasso di tempo anche la mano protetta diventerà rossa come l’altra.
Il numero di «tempi» tra l’arrossamento della mano non protetta e quella protetta rappresenta il fattore di protezione solare. Se ad esempio la mano non protetta era diventata rossa dopo un’ora di esposizione ed abbiamo una crema con protezione 15, la mano protetta diventerà rossa uguale alla prima dopo 15 ore. Da questo esempio si ricava che maggiore è il valore di SPF, maggiore sarà il grado di protezione su cui potremo contare.

Water resistant.
In sintesi è la capacità della crema di rimanere sulla pelle anche se si prende una doccia, questo arantisce una permanenza dei filtri solari e si evita il rischio di scottature.

A questo punto non rimane che leggere attentamente l’etichetta, facendo attenzione soprattutto alle sostanze che «non ci devono essere», perché sintetiche o scarsamente biodegradabili, ma anche agli «ingredienti che fanno una buona crema solare». Occhi aperti e buona estate.

(Articolo tratto da Terra Nuova – Luglio-agosto 2006)