Candele ecologiche: luce naturale

Le candele hanno una lunga storia e tutt’oggi hanno una funzione e un fascino che ne valorizzano sempre più l’utilizzo.
Le più classiche ed economiche sono quelle fabbricate con paraffina, ma la candela in cera d’api naturale è sicuramente la più antica e più pregiata.

Attualmente in commercio si trovano oltre alle candele in pura cera d’api, quelle più comuni in paraffina, stearina o composte da un misto di questi due materiali.
La paraffina è una miscela di idrocarburi; si presenta di colore bianco lucido. Le candele fabbricate con sola paraffina hanno una maggiore trasparenza.

La stearina è un miscuglio di acido stearico e acido palmitico. Si presenta di colore bianco opaco e di solito viene miscelata con paraffina per renderla più opaca e ottenere una candela più solida. La stearina è di origine vegetale, si ricava infatti dall’olio di palma e/o grassi di cocco. La fusione avviene fra i 60° e i 70°C.

La cera d’api è un prodotto dell’Apicoltura.
La cera è secreta dalle api di una ben determinata età in forma di sottili scaglie. Si presenta di colore giallo intenso; la fusione avviene a 65° ed emette un leggero aroma dolce e gradevole. La fabbricazione delle candele con questo materiale naturale è più elaborata.

Se ne deduce chiaramente che i fumi emessi dalle candele composte da paraffina risultano più nocivi, essendo il materiale un derivato dal petrolio.

Gli approfondimenti in merito hanno constatato che i fumi prodotti dalla paraffina inquinano l’ambiente e possono provocare problemi respiratori e allergici, oltre a presentare rischi cancerogeni.

In uno studio, i dottori R. Massoudi e Amid Hamidi hanno spiegato che:
“Accendere una candela di paraffina occasionalmente non provoca emissioni che possano incidere sullo stato di salute probabilmente. Ma l’illuminazione di molte candele di paraffina ogni giorno per anni, o accenderne spesso in un bagno poco ventilato nei pressi di una vasca, ad esempio, può causare problemi.”

Dunque alti livelli di emissioni di paraffina in ambienti chiusi possono ridurre la ventilazione e la quantità d’ossigeno, come indicato in questo studio presentato nella 238^ Assemblea nazionale della “American Chemical Society” (ACS) tenutasi a Washington, Stati Uniti.

L’aria di casa potrebbe diventare addirittura più nociva e inquinata di quella esterna.

Ma rinunciare alla calda luce delle candele o alle gradevoli essenze che possono rilasciare, non è necessario, poiché si rendono valide sostitute le candele in cera d’api, di soia o di sola stearina 100% vegetale.
Come è chiaro il materiale 100% naturale, non derivato da composti chimici o petroliferi, fa la differenza.

Inoltre le candele in pura cera d’api non necessitano di aggiunta di essenze profumate artificiali, poichè lo sciogliersi della cera regala un tipico e piacevole aroma dolciastro.

Le candele di stearina, possono invece essere utilizzate neutre, senza profumazione aggiunta e fungere come basi per bruciatori di essenze naturali. Oppure esistono in commercio candele di pura stearina vegetale con l’aggiunta di essenze naturali o con grassi di cocco che bruciando regalano delicate fragranze.

Oltre alla funzione di creare calda luce e atmosfere speciali e profumate, le candele fungono anche da ricco decoro per le svariate forme in cui sono prodotte.

CENNI STORICI

L’utilizzo della candela vera e propria risale ai tempi degli antichi romani, inizialmente formate da fogli di papiro arrotolati, impregnati di cera d’api e da cui emergeva uno stoppino per l’accensione.
Questo tipo di soluzione dava però molta fumosità e a breve vennero trovate cere vegetali estratte dai frutti freschi dell’albero di cannella o da alcune bacche, dalle quali emanava un aroma gradevole e meno fumo.

Le candele furono lungo la storia oggetti funzionali e rituali, utilizzate nelle cerimonie religiose e appannaggio del clero e dei ceti alti.
Le meno costose, prodotte con grassi animali, ebbero una più ampia diffusione, mentre quelle in cera d’api rimasero prodotti di nicchia.
Per la loro funzionalità, vennero trovate soluzioni più agevoli nella fabbricazione, tanto che dal medioevo in poi si cominciarono a produrre in casa, come il sapone e il pane.

Nel XVIII secolo con la diffusione delle baleniere, si ottenne un grasso dai capidogli da cui si produceva una cera che dava una fiamma brillante. Questo permise l’inizio della produzione di candele su vasta scala.

Nel 1820 avviene invece la scoperta della stearina ottenuta grazie all’estrazione dell’acido stearico dai grassi animali. La stearina è un sostanza molto dura che brucia regolarmente e non emette cattivi odori.

L’evento più importante nella produzione e diffusione delle candele resta comunque l’inizio dell’attività della raffinazione del petrolio, grazie alla quale si ottiene la paraffina. La paraffina, per la grande qualità delle candele che si potevano produrre, e per la sua grande purezza unita a costi di produzione molto bassi e ad una disponibilità molto abbondante, segna verso la metà del 1800 una vera svolta nella produzione industriale e diffusione delle candele.

Questo il picco massimo di diffusione delle candele che dalla fine del 1800 con la scoperta dell’elettricità, diventano meno popolari.

Le candele vengono poi riscoperte in epoca moderna come oggetto di decoro e funzionale per la creazione di particolari atmosfere.

Occorre però distinguere tra le candele prodotte industrialmente con l’ausilio di macchinari che lavorano la cera a freddo, e le candele ancora oggi prodotte artigianalmente utilizzando tecniche affinate nei secoli e che permettono al maestro ceraio di infondere la sua passione nelle candele che produce.

Approfondimenti su candele in cera d’api